L’oliva e il suo albero uno scritto di Marco Aurelio

Un testo di Marco Aurelio (121-180 d.c.) imperatore di Roma e filosofo, nel quale si paragona la vita dell’uomo a quella di un’oliva.

Nell’antica Roma l’olio di oliva era un prodotto costoso e non sempre a disposizione di tutti. L’albero di olivo da sempre simbolo di pace e di vita.

In un testo di Marco Aurelio che è stato un imperatore, filosofo e scrittore romano, si paragona la vita dell’uomo a quella di un’oliva.

 

Di seguito l’intero testo.

Marco Aurelio  –  A se stesso

Meditazioni sulla morte

“Lasciare il mondo degli uomini, se gli dei esistono, non è affatto motivo di errore: certo non ti getterebbero nella sventura.

Ma se gli dei non esistono, o non si occupano delle umane cose, perché vivere, in un mondo deserto di dei o vuoto di Provvidenza? Ma invece esistono, e si occupano delle umane cose, e perché l’uomo non cada in quelli che sono i veri mali, su di lui tutto hanno concentrato.”

“O uomo, tu sei stato cittadino in questa grande città; che cosa importa se per cinque o tre anni? Ciò che avviene secondo le leggi, è giusto per tutti.

Che cosa v’è dunque di terribile, se dalla città non ti scaccia un tiranno, un giudice ingiusto, ma la natura che, prima, ti ha introdotto? Come un attore comico congedato dal pretore che l’aveva assunto in scena: “Ma io non ho recitato i cinque atti del dramma, bensì tre”.

Ottimamente; nella vita però i tre atti sono il dramma intero, perché colui che stabilisce la fine è quel medesimo che, una volta, è stato già l’autore dell’intreccio ed ora lo è dello scioglimento.

Tu invece non sei autore né dell’una né dell’altra cosa. Vattene quindi tranquillo, com’è tranquillo colui che t’accomiata”.

“Sei stato imbarcato, hai fatto il viaggio, hai raggiunto la spiaggia: esci. Insomma, guarda sempre la realtà umana come effimera e vile – ieri un po’ di muco, domani mummia o cenere.

Questo infinitesimale frammento di tempo, quindi, trascorrilo in modo conforme alla natura e concludi felice il tuo viaggio, proprio come l’oliva che, ormai matura, cade lodando la terra che l’ha prodotta e ringraziando l’albero che l’ha generata e sul quale è cresciuta.”

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